Ci dispiace, ma dobbiamo parlare fuori dal coro. Non schierandoci con nessuno se
non con la verità. Milano ha in comune, con le grandi metropoli l'annosa e
irrisolta questione delle case popolari.Un diritto, quello dei meno abbienti, di
avere un alloggio sociale, sembra diventato una chimera. Decine di migliaia le
famiglie che l'hanno richiesta finora, una fila enorme. Pochissime quelle
assegnate ogni anno. Tantissimi quelli che o non l'avranno mai o tra molto
tempo.Poi i fenomeni di contorno: un canone che molti definiscono basso (ma se
ciò sia vero occorrerebbe confrontarlo col reddito dell'inquilino), condizioni
degli alloggi spesso pietose, senza manutenzione perchè non ci sono i soldi.
Tanta morosità negli affitti, tante occupazioni abusive, alloggi in deroga
concessi con modalità da sempre molto chiacchierate.I malumori di chi paga tutte
le imposte perchè magari ha un reddito fisso, nei confronti di chi, lavorando in
nero o avendo un lavoro autonomo, scavalca il primo pur pagando meno tasse del
dovuto. I risentimenti degli italiani verso gli stranieri che spesso li
sopravanzano in graduatoria e hanno la casa prima. Ma la vera mina vagante è la
questione Rom. Se l'amministrazione è di centro destra, l'imperativo è:
cacciarli. Ma l'Unione Europea ci ha condannati (giustamente) per violazione dei
diritti umani . Se di centro sinistra : una politica di accoglienza che però ha
dei prezzi amari: soldi per garantire strutture ai rom che stranamente arrivano
prima di quelli destinati alle altre esigenze abitative dei residenti, paura per
i campi sia per i quartieri adibiti a civili abitazioni che per le attività
commerciali.
La cattiva politica (che abita dappertutto nei vari
schieramenti) se ne approfitta per accampare scuse e per non risolvere i
problemi. Si bada solo a soddisfare le pulsioni dei rispettivi elettorati,
sperando di essere premiati alle prossime scadenze elettorali.
E' anche il
fallimento della democrazia decentrata, per certi versi, in quanto è la
dimostrazione che dal basso, nelle zone e nei comuni, i meccanismi di
partecipazione non sono veramente efficienti e disgregano il tessuto
democratico. Una guerra tra poveri, come tante, che nasce e si sviluppa nella
capitale economica del Paese. Una vergogna, senza giustificazioni, perchè non vi
sono ostacoli al libero esplicarsi delle prerogative di governo delle
maggioranze che reggono le amministrazioni locali. Il sistema elettorale
comunale è infatti unanimemente considerato come quello riuscito meglio,
rispetto ad altri livelli istituzionali. Quindi non è un problema di
governabilità ma di incapacità e di faziosità strumentale della classe politica
e amministrativa locale. Le maggioranze si alternano ma tutte le scuse sono
buone per non sistemare dal punto di vista abitativo tutti i cittadini
bisognosi. Quello dei Rom è solo un pretesto per la polemica politica.
Basterebbe copiare quanto fatto in altri paesi europei dove le problematiche del
rapporto di questa comunità con il restante territorio sono state affrontate e
risolte da anni.
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