Da www.gazzetta.it
La Gazzetta sciopera per due giorni
I motivi della scelta dei giornalisti
Milano, 06 novembre 2013
La Rcs decide di svendere la sede storica di via Solferino, ennesima operazione discutibile. Lo scandalo Recoletos e le altre mosse finanziarie che stanno portando al disfacimento una importante azienda editoriale
- Lo stabile di via Solferino: sede di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Ansa
"""""""""Domani e venerdì la Gazzetta dello Sport non sarà in
edicola e il suo sito dalla mezzanotte di mercoledì non verrà
aggiornato. La redazione ha deciso di scioperare di fronte all'ennesimo
episodio di mala gestione da parte della proprietà e del management
dell'azienda. Ci voleva il ritorno della Fiat come azionista di
maggioranza del gruppo Rcs per assistere allo scempio della "svendita"
del palazzo storico di via Solferino e di quello di via San Marco a
Milano, deliberata mercoledì dal consiglio di amministrazione e
comunicata in tardissima ora sperando non facesse troppo rumore.
Un'operazione da 120 milioni di euro, a fronte di una
ristrutturazione recente costata 80 milioni e un affitto da versare agli
acquirenti che rende alla fine la plusvalenza quasi nulla. Soci e
manager continuano così nell'opera di disfacimento di un'importante
azienda editoriale dismettendo anche l'ultimo bene immobile in suo
possesso, garanzia quantomeno delle liquidazioni dei lavoratori. Con una
mano gli azionisti - dopo decenni di dividendi incassati - deliberano
l'aumento di capitale (reso necessario solo dai loro pasticci) mentre
con l'altra si rimettono in tasca qualcosa. Intanto abbattono senza
sosta i costi che non dovrebbero toccare, iniziando dai posti di lavoro
(370 persone in cassa integrazione, anticamera del licenziamento, nel
settore Periodici e robusti esuberi tra i Quotidiani) per arrivare alle
pagine di giornale. Ricette trite, perdenti e di brevissimo respiro.
Errori che partono da lontano ma hanno nomi e cognomi.
Dagli Anni 90, quando la stessa Fiat rifila a Rcs la Fabbri decotta
facendosela pagare ampiamente (risultato: zavorra di debiti e svariati
posti di lavoro in fumo). Per arrivare alla fallimentare operazione
spagnola per l'acquisto di Recoletos nel 2007, che definire torbida è
poco. Vittorio Colao, ultimo manager indipendente di questa azienda,
boccia l'acquisto. E allora cosa fanno gli azionisti? Via Colao e dentro
Antonello Perricone, "suggerito" da Luca di Montezemolo. Immediato
semaforo verde per la frittata spagnola, con un'azienda già in crisi
strapagata 1.100 milioni di euro. Dopo di che, al termine di un lustro
di vuoto pneumatico in termini di idee e investimenti, Perricone saluta
portandosi via una lautissima e clamorosamente immeritata buonuscita da
3,4 milioni di euro. Dove finisce? A fare l'amministratore delegato di
Italo, il treno di Montezemolo e Della Valle...
Subentra un nuovo management che, ovviamente, taglia con la
scure e mette insieme un piano triennale che annuncia investimenti
multimediali e obiettivi quantomeno ambiziosi. Un anno è già passato e
di investimenti non s'è vista nemmeno l'ombra. Si sono invece viste solo
mosse finanziarie, parecchio discutibili. Che tristezza. Pensavamo che
qui si facessero giornali, non operazioni di acrobazia economica o
giochetti per contare nelle stanze del potere. E vi raccomandiamo le
banche. Prontissime a finanziare Tronchetti Provera (amico azionista,
naturalmente) per riprendersi il controllo della Pirelli con soldi non
suoi, ma incapaci di dare fiato al primo gruppo editoriale italiano,
salvaguardando la sua indipendenza e garantendo il suo sviluppo.
Infine una riflessione anche per il sindaco Pisapia, che
non ha speso una parola sulla vicenda. Come se un privato comprasse la
Scala e il primo cittadino di Milano se ne stesse zitto e lontano.
Quando tra qualche anno in sala Albertini ci faranno feste in stile
Billionaire magari verrà invitato anche lui. Dovrebbe, insieme a tutti
gli altri, provare a pensare a quando i giornalisti, seppur pesantemente
sollecitati, non se ne andarono da questo edificio in tempo di Guerra. E
a quando, durante la Resistenza, tra le rotative si nascondevano le
armi per combattere fascisti e nazisti. Forse qualcuno riuscirà a capire
perché mettere la storia in mano a un fondo speculativo immobiliare
americano è una vergogna.
Il comitato di redazione della Gazzetta dello Sport"""""""""
Nessun commento:
Posta un commento